Miricordo (2018)
“Il ciclo nascente dal titolo “Miricordo” è centrato sul tema del ricordo e della sua narrazione. In questo nuovo ciclo si indaga sul fluire dei ricordi, che si affacciano senza un ordine temporale preciso se non quello della loro intensità e vividezza . La memoria autobiografica incrocia la Storia , alla quale tutti apparteniamo. Quindi il ricordo personale si lega a quello della memoria collettiva. Si ricostruiscono avvenimenti secondo colori, odori e particolari che nascono dalla propria unica percezione ma incrociano l’immaginazione, la sensibilità ed il vissuto di tutti. E’ la ricerca del luogo astratto in cui tutti possono ritrovarsi proprio per il fatto che quelle date che sono evocate appartengono alle vite di ciascuno.”
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“Ecco quindi che “Il giorno dopo”, 22 Novembre 1962 si riferisce al giorno dopo la scadenza dell’ultimatum Kennedy vs Kruscev, che si ricorda come la Crisi di Cuba; il giorno dopo la notte che sembrò poter essere l’ultima prima della fine del mondo in una guerra atomica, che tutti quelli che l’hanno vissuta non possono aver dimenticato.
“Miricordo”, 1956, si riferisce all’evento del naufragio dell’Andrea Doria, così come fu da me recepito, intento a collezionare cavallucci marini vicino al mare mentre una radio lontana lanciava la notizia, allora per un pò considerata impossibile.
“La prima volta-1962” fu la prima volta in cui ho visitato Venezia; in quel 25 Agosto i giornali del mondo gridavano la notizia della morte di Marylin Monroe e contemporaneamente nella mia vita e come nelle vite di tutti gli altri accadeva altro. Il privato non deve essere troppo visibile.
“Luna Rossa-1950” è lo spartito di una famosa napoletana che fu lanciata nel 1950; la scrittura della musica è decifrabile, almeno in parte, per i musicisti o per chi sa leggere il pentagramma. All’epoca la musica si promuoveva molto attraverso i pianini ambulanti che percorrevano le strade delle città diffondendola e così Luna rossa arrivò alle mie orecchie.
“L’inverno di Kant” lega ricordi di studio con la stagione del passaggio degli storni nei cieli novembrini delle città. Quegli uccelli che in numeri enormi tracciano figure indecifrabili nell’aria fredda, offrendo spettacolo non ignorabile, scomparvero per anni per poi riapparire ed erano la scansione, una delle scansioni, della stagione invernale. Ora sono di nuovo molto meno presenti.
“1956” si riferisce al tempo in cui ancora il mare offriva senza avarizia ippocampi e stelle marine – l’autore essendo un bambino – che finivano nelle reti piene dei pescatori e non ci si rendeva ancora conto del fatto che quelle ricchezze dovevano essere restituire al mare.“Rito d’estate” appartiene al ricordo di un certo contadino che in un’estate del ’70, tornato a casa la sera, preparò solitario il suo piatto- tutti avevano già mangiato- creando un magnifico decoro con un uovo ed un pomodoro come seguendo un rituale, quello del cibo e dell’ offerta della natura, sobria e preziosa.
“Io, il vecchio e il mare” ricorda il racconto che un certo vecchio fece al bambino, che rispecchiava quasi esattamente la storia di Hemingway, Nobel nel 1955. Non fu mai chiarito se il vecchio conoscesse il romanzo e quindi raccontasse una propria notte di pesca , ma l’uomo era tale che entrambi i casi potevano essere verosimili. Soprattutto per un bambino.
“Quando” dice dell’incontro con il paesaggio medioevale di Ambrogio Lorenzetti, avvenuto proprio casualmente, calpestando una pagina strappata di una piccola monografia sulla Pittura senese. Quel paesaggio è stato protagonista, per i suoi significati, di una parte molto importante e prolungata del mio percorso artistico.”
da un intervista a F.Fortunato su The Envoy 2018
LE OPERE
qui i dipinti
LE ESPOSIZIONI
2018
Miricordo, Silber Gallery, Roma
Miricordo, Galleria Edarcom Europa, Roma