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PALIO DI SIENA 2010
“Ce l’avevo in testa da anni, il mio palio. O almeno certe basi. Perché il resto e quindi il tutto si è formato con le mie visite in Siena, con i contatti e le amicizie e gli incontri. […]
Quando ho cominciato a lavorarci, al mio palio, fin da subito lo vedevo fare il giro del Campo ed essere visto e sentito e perciò doveva avere colore, luce e peso. […]
Per sottolineare le diverse identità , oltre a fare una ricerca – sommaria, devo ammettere, data la complessità della materia, e mi riprometto di ritornarci su – sulle trasformazioni dei simboli, ho voluto dipingerli su un altro supporto per poi ritagliarli e cucirli sulla seta, con tanti grossi fili colorati e grossi aghi, perché avessero maggior peso. […]
Volevo rappresentare il cavallo e la corsa ma senza dilungarmi in forme naturalistiche che poco mi interessano. Non potevano essere che gli Etruschi a farlo per me. […]
.. ho scoperto che a Pienza Lorenzo Di Pietro aveva dipinto una meravigliosa Assunta, un’opera stupenda, moderna, quasi una scultura, dandomi così la soluzione del problema della dedica del Palio e anche della rappresentazione della Madonna a cui la Città è devota… […]
Sopra, il planetario delle 17 città, a rappresentare le 17 contrade. Ognuna riproduce un frammento, il medesimo, del l’affresco del Buon Governo di Ambrogio. L’esercizio del governo della Città e la magnificenza del Buon Governo. Un sistema di equilibri, indispensabili per il mantenimento e la prosecuzione della vita del popolo, della sua cultura e dei suoi talenti . Le foglie vogliono rappresentare il legame con la natura ed il trascorrere del tempo ma io le ho volute solide, per essere capaci di attraversare molte stagioni, contro lo scorrere del tempo stesso. […]
Ad unire il popolo e le terre e le corse ma soprattutto il sistema sociale, la Balzana ed il simbolo del Sindaco e della sua autorità. I Custodi della Città. […] ”
stralci da “DIARIO DI UN PALIO” , di F.Fortunato per la rivista della Contrada della Tartuca
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